La prevenzione della Paralisi Ostetrica

10 Mar 2017 |

La paralisi ostetrica (lesione del plesso brachiale di un neonato) è un trauma che colpisce circa 1000 neonati all’anno in Italia. Per ridurre l’incidenza di questa lesione, è fondamentale che il personale medico sia educato ed informato sia sui fattori di rischio (la prevenzione primaria), che sulle linee guide nazionali e internazionali su come affrontare i problemi durante il parto (la prevenzione secondaria).

La prevenzione primaria

La prevenzione Primaria (prima del travaglio) della paralisi ostetrica si attua tramite un’adeguata classificazione pre-partum delle gestanti e dei feti a maggior rischio di sviluppare tale condizione. Identificando e trattando precocemente le condizioni che possono aumentare il rischio di un parto distocico, si diminuisce la possibilità che la paralisi ostetrica accada.

Alcuni fattori di rischio materno-fetali sono rappresentati da:

  • Sproporzione feto-pelvica o quando un neonato è significamenti più grande rispetto alla media (macrosomia fetale);
  • Pregressa distocia di spalle, una complicazione imprevista del parto, caratterizzata dalla mancata espulsione delle spalle dopo la fuoriuscita della testa;
  • Obesità materna;
  • Diabete o predisposizione materna ad esso;
  • Primiparità, quando la donna è al suo primo parto;
  • Anomala rotazione interna-esterna della parte presentata non identificata in precedenza;
  • Uno o più giri di funicolo.

Misure di prevenzione

Nella presenza di uno o più fattori di rischio, il medico insieme alla paziente, possono considerare azioni preventive (per esempio, cesareo elettivo), evitando il rischio di affrontare un parto naturale.

La prevenzione secondaria

Durante il travaglio, o nel parto, la prevenzione secondaria si ottiene grazie alla corretta esecuzione di manovre ostetriche praticate secondo una determinata successione. Un’adeguata formazione del personale sanitario è fondamentale per quanto abilita i medici preposti all’assistenza del parto a reagire subito al momento dell’identificazione del problema.

Dal momento della diagnosi, la risoluzione della distocia di spalla deve avvenire nel minor tempo possibile, e comunque entro 7 minuti. Prima di tutto, in presenza di un parto distocico, il protocollo richiede che ci dovrà essere il passaggio di consegne tra ostetrica e ginecologo, essendo solo quest’ultimo in grado di effettuare le corrette manovre dettate dalla scienza medica in simili casi.

I fattori di rischio aumentano durante il travaglio quando si verificano uno o più dei seguenti elementi:

  • Decelerazioni protratte
  • Arresto della progressione della parte presentata
  • Ritardo della dilatazione della bocca uterina
  • Modellamento spiccato della testa fetale
  • Brevità assoluta o relativa di funicolo
  • Spasmo tonale del miometrio
  • Estrazione con forcipe o ventosa alla parte media o alta della pelvi
  • Estrazione rapida della testa con forcipe o ventosa alla parte bassa della pelvi con parto spontaneo precipitoso
  • Posizione occipito-posteriore persistente
  • Testa fetale deflessa.

Il medico deve agire subito

Ci sono diversi manovre che devono essere utilizzate in maniera giusta per cercare di risolvere il problema senza provocare danni al bambino e alla madre.

A volte non va come previsto

La prevenzione della paralisi ostetrica richiede attenzione sia durante la gravidanza che durante il parto. I medici sono obbligati a prestare la giusta attenzione ai fattori di rischio e a seguire il protocollo per affrontare il problema quando diventa un parto distocico.

Se tuo figlio ha subito una paralisi ostetrica, affronterà diversi disagi e difficoltà durante la vita. Per questo motivo, un risarcimento lo potrà aiutare a vivere una vita più serena.

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